Kaiping 19-19/II/2012

开平 2012年2月18-19日

Il weekend passato ho avuto modo di conoscere la vera campagna della Cina del sud e in particolare del Guangdong, visitando la citta’ di Kāipíng, 开平 a 3 ore in bus da Shenzhen.

Questa cittadina e’ famosa in tutta la Cina per i suoi villaggi sparsi nella campagna e costellati di kāipíngdiāolóu, 开平碉楼, ovvero le torri di avvistamento e di difesa che venivano utilizzate in questa area. In realta’ quelle di Kaiping non sono solo semplici torri, ma delle vere e proprie roccaforti inespugnabili, caratterizzate da spessi muri, finestre molto piccole ed un’altezza elevata tale da poter fungere anche come torri di avvistamento. Venivano abitate dalle persone piu’ abbienti che in caso di saccheggio si rifugiavano in queste barriere per sfuggire alle barbarie e alle depredazioni. Queste torri/abitazioni/magazzini hanno rappresentato un elemento importantissimo anche durante la resistenza all’invasione giapponese (1930/1940).

Gli edifici sono stati costruiti da contadini emigrati negli Stati Uniti e tornati poi in patria, portando con loro tutto il bagaglio culturale architettonico/artistico vigente allora in America. Un eclettismo sfrenato sembra invadere ogni torre, sfociando in elementi fusi e confusi appartenenti al barocco, al neoclassicismo, al rinascimentale e allo stile tradizionale cinese.

Veramente una visita interessante anche se faticosa: quel poco di Mandarino che ho studiato finora mi e’ stato pressoche’ inutile in queste terre dove la gente parla solo 广东话 o 粤语,  guǎngdōnghuà o Yuè Yǔ, Cantonese e in particolare la gente di queste campagne parla una forma dialettale derivata ovvero il Hoi Ping….insomma doppiamente incomprensibile.

Tuttavia e’ stato bello perdersi per le lande pressoche’ deserte del mainland. E’ un sito turistico anche riconosciuto e salvaguardato dall’ UNESCO ma c’e’ una disorganizzazione delle infrastrutture davvero esagerata: solo un bus cigolante per andare nel villaggio principale e nessun mezzo per raggiungere gli altri siti (ho dovuto attraversare i campi di riso guidato solo da un cartello turistico sbiadito e piegato dal vento…)

La fatica dell’esplorazione credo abbia aumentato le aspettative che non sono state affatto deluse. Tra le stranezze e bizzarrie del viaggio:

1)  l’unico ristorante nel sito di Ruishi Diaolou era a gestione familiare ed era popolato piu’ da galline libere nella sala da pranzo che persone

2)  il bus proveniente da Kaiping a Shenzhen ci ha lasciati in mezzo all’autostrada perche’ scendere nella stazione principale dei bus di SZ era troppo complesso e fonte di ritardo (???)…molto pericoloso a mio avviso frenare e stopparsi bruscamente in prossimita’ di una curva in autostrada per far scendere pedoni.

3)  Una strana zuppa color della pece 芝麻, zhīma, a base di Sesamo dal sapore dolciastro e farinoso…immangiabile

4)  il biglietto piu’ costoso e’ stato quello per entrare al 立园 Liyuan, 90 yuan per vedere…un semplice giardino, costruito nel 1936 e  altamente artificiale… molto famoso e apprezzato tuttavia dalla gente autoctona.

Passeggiare attraverso la lussureggiante natura di 马降龙, mǎjiànglóng, era come perdersi in una giungla indonesiana, alla ricerca dei villaggi sparsi e delle torri che svettavano imponenti dalla vegetazione…Osservare la foschia risalire dai campi di riso e avvinghiarsi in spirali alle torri di 自立村, zìlìcūn e’ uno spettacolo straordinario e bizzarro l’avanzare sciolto di centinaia di anatre con il becco proteso avanti nell’aperta campagna antistante sotto un tramonto infuocato… osservare i riflessi e i colori degli antichi specchi mangiati dal tempo e dall’incuria o i mobili e suppellettili impolverati ed immaginare il fasto d’altritempi in quei luoghi…

Questo weekend bucolico mi ha senza dubbio aiutato a dimenticare almeno per pochi giorni la frenetica vita di citta’.

Alla prossima 😉

Galleria fotografica


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