Shanghai 20-21-22/VI/2013
上海 2013年6月20-21-22日
“Se devi levare un dente, è una gentilezza sbagliata toglierlo lentamente.”
Mao Zedong
Sto scrivendo ascoltando la virtuosa musica di “Nijinsky’s reflection in the mirror” di Hiroki Miyano un cd che viene direttamente dal quartiere di Namba ad Osaka.Un jazz/fusion che regala brividi e trasporta in un’altra dimensione.
Perché pur essendo molto vicino al Giappone non ho avuto ancora la possibilità di andarci? Credo di risolvere il problema al più presto.
Ho ricevuto un pacco pieno di souvenirs del Giappone da parte del mio caro amico Donato; grazie è stata una bellissima sorpresa.
Tornare a Shanghai 上海 e passeggiare per l’elegante lungofiume del 黄埔 Huangpu è una emozione che non provavo da un anno e mezzo, quando mi recai nella carismatica metropoli cinese, per la seconda volta, in occasione del grande viaggio a Xi’An 西安. Ho confrontato le due foto che ho scattato dello skyline del 浦东 Pudong una risalente al 2011 e l’altra della situazione attuale: impossibile non notare una notevole crescita e soprattutto la presenza mastodontica del grattacielo che per ancora molto tempo sarà, una volta terminato, il più alto di Shanghai e una delle schegge più elevate del mondo. Ricordo che quando sono salito con il mio amico madrileno Alan in cima alla 金茂 Jinmao Tower, poco più di 3 anni fa, il gigante di Shanghai 上海中心大厦, Shànghǎi zhōngxīn dàshà non era altro che un cantiere appena avviato, solo una fossa nel terreno, niente altro che la struttura per il basamento e i parcheggi (ora ha superato in altezza le tue grandi torri che lo abbracciano nell’elegante area del Pudong)
Con Gemma, mia compagna di studi e grande amica romana, dopo aver visitato il pittoresco anche se sovraffollato Giardino Yu 豫园 ci siamo diretti verso la zona della Concessione Francese, una delle più eleganti della provincia e nonché simbolo iconico della sfavillante Shanghai coloniale. Un tempo qui erano soliti riunirsi Gangsters, rivoluzionari, scrittori e artisti; era la Shanghai eclettica e maledetta. Eleganti ville con portoni in ferro battuto, facciate a cortina con mattoni rossi, gallerie d’arte, viali alberati e atmosfera unica. È molto piacevole perdersi in questo quartiere senza tempo né età.
Appena usciti dalla metro di 新天地 siamo stati adescati da un gruppo di tre ragazze cinesi che ci hanno chiesto di scattare loro delle foto (lo sfondo delle foto era un’omonima strada trafficata…) erano molto gentili e in cinese mi hanno raccontato molte cose su Shanghai e poi hanno invitato me e Gemma a seguirle per andare ad assistere ad una cerimonia di Tè. Io ho pensato che fosse una buonissima occasione per la mia amica di poter assistere a questo affascinante rituale ricco di pathos e cultura. Giunti ad un portone le tre ragazze di 青岛 qingdao con il loro amico salutano la giovane ragazza vestita con abiti dello Yunnan ed entrando per un’angusta porta saliamo al primo piano in una saletta. Le ragazze erano molto gentili e si sono offerte di tradurre tutta la cerimonia in inglese, io ho chiesto informazioni sul prezzo e mi è stato detto sono solo 30 yuan per l’affitto della sala. Dopo l’assaggio del primo te mi è sorto il dubbio che potesse essere una trappola per turisti… Mi è stato detto che il prezzo a testa per l’assaggio di ciascun te era di 80 RMB (9 euro per una tazzina minuscola?!) evitando di andare nel panico ho semplicemente detto in cinese alla commessa che avevamo un appuntamento e che non era possibile per me e Gemma continuare ad assaggiare altro te. Non con poca difficoltà ci siamo allontanati da quel posto pagando solo il primo te e l’affitto della stanza… di ritorno in albergo non abbiamo potuto non notare un A4 attaccato alla parete della reception con su scritto: “Non date retta a persone, specialmente studenti con un buon inglese e aspetto amichevole, che incontrandovi per strada familiarizzano con voi e vi chiedono di seguirli fino ad una sala da te. Quest’invito potrebbe costarvi dai 300 ai 4000 RMB”. In Cina questi studenti che non superano i vent’anni di età vengono ingaggiati dai proprietari delle Tea House per pescare clienti, ubriacarli di domande, trascinarli nel posto che fingono arrivandovi davanti di non conoscere o di non ricordarsi la strada, raccontare l’origine e l’importanza del te nella terra di mezzo e “spennare” il turista indifeso; la cosa che più mi lascia perplesso è che i “datori di lavoro” ingaggiano queste persone offrendo loro un “vero e proprio lavoro” dove è possibile praticare il proprio inglese e guadagnare una cifra irrisoria a cottimo per ogni cliente. Devo ammettere tuttavia che il te 茉莉茶 di gelsomino era molto buono (con quello che ci è costato! Ahah) e che è stato interessante osservare la cerimonia e dialogare in mandarino con le ragazze. Direi che possiamo spuntare anche la voce “truffa del te a Shanghai” anche se per fortuna siamo riusciti a scappare in tempo riducendo al minimo il danno.
Come la cucina di Shanghai anche la lingua risulta dal sapore intenso e dolciastra. Il dialetto di Shanghai fa parte della famiglia linguistica dello 吴方言wú fāngyán e suona molto differentemente dal mandarino di Pechino, lingua cinese ufficiale; viene definito 吴侬软语 wúnóng ruǎnyǔ ovvero lingua melliflua del Suchou. Interessante sapere come la pronuncia go-on 呉音 dei caratteri Giapponesi deriva proprio direttamente dai suoni classici di questa area (risalente al periodo dei “Tre regni” datato 220-280 dC).
Spezzo il racconto del viaggio e rimando l’avventura in Jiangsu 江苏 al prossimo articolo
😉
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