Isola di Phuket 7-8-9-10-11-12/XII/2013

普吉岛2013年124

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Che strano parlare della Thailandia, che ho appena vissuto per la seconda volta, proprio in questo momento, con la piccola ma efficace stufetta puntata addosso, la felpa di pile e i calzini pesanti. È vero che vivo nel sud della Cina, nella parte orientale e questo fornisce la prestigiosa classificazione di clima Subtropicale incline a monsoni e tifoni, confermo che attualmente abbiamo solo 10 gradi Celsius ma il vero problema che regala una sensazione di freddo pungente e penetrante è l’umidità che resta quasi tutto l’anno oscilla tra l’80 e il 99% (ora siamo a 94%). Secondo l’Air Pollution: Real-time Air Quality Index (AQI) l’inquinamento di Beijing è 239, quello di Shanghai 74  e quello della mia città 80, ovvero tutto lo smog della grande Fabbrica del mondo si sta gradualmente spostando, trasportato dalle correnti fredde, a sud, probabilmente questo spiega la mia tosse ininterrotta per 2 settimane, il raffreddore e lo stato di spossatezza. A complicare le cose Shenzhen da quasi una settimana sembra essersi trasformata in Macondo, celeberrima cittadina dalle perenni piogge di Garcia Marquez. A fronte di tutto ciò la Thailandia mi è sembrata doppiamente un paradiso.

Contrariamente alle montagne innevate dell’anno passato della montagna gialla 黄山 abbiamo deciso di portare lo studio come viaggio Team-building nella sempre assolata isola di Phuket, nella zona centro-meridionale della Tailandia.

นครภูเก็ต  Phuket come la scrivono in Thai deriva dal termine in lingua Malay “Bukit” e significa Collina. L’isola ebbe diversi nomi a seconda delle varie dominazioni; da Jang Si Lang, come la chiamò un geografo greco, divenne Junk Ceylon, Tanjung Salang (il capo di Salang). Questa isola divenne molto famosa perché geograficamente è situata esattamente tra la Cina e l’India, quindi qualora le navi avessero incontrato situazioni di non navigabilità si sarebbe fermate al suo porto. L’interno dell’isola era caratterizzato dalla giungla ed era abitato da tribù indigene, fino a quando, nel diciannovesimo secolo, son state cacciate dai minatori di stagno. Le zone costiere erano invece abitate dagli zingari del mare (Chao Leh), che vivevano di pirateria e pesca di perle.
Phuket è entrata a far parte dello stato Thailandese durante il tredicesimo secolo quando l’esercito thailandese di Sukhothai sconfisse l’Impero Sirivijaya (sultanato del Brunei) con base a Sumatra per il possesso dell’isola . Phuket nel 1785 subì una potente invasione Birmana e fu solo grazie a Lady Chan moglie dell’allora governatore, che Phuket rimase un’appendice importante dell’impero del Siam (nome antico della Tailandia).

Prenotando dalla Cina con operatore turistico cinese sembrava essere una impresa impossibile dato che le agenzie affermavano di non poter dare prezzi vantaggiosi perché non tutti i membri di UNIT erano cinesi, oltre me c’è Stephanie, un architetto canadese. Mi era già capitata una situazione analoga in un hotel proprio un anno addietro con Pablo, ex collega spagnolo, quando eravamo nella montagna gialla; allora non vollero ospitarci in una locanda di un piccolo villaggio per via del nostro passaporto straniero… Scavalcando tali incongruenze mi sono ricordato della mia amica cinese Kitty che vive a Phuket e che gestisce un’agenzia di viaggi principalmente con clientela cinese; oltre a risolvere il nostro problema ci ha organizzato un tour impeccabile, pieno di attività e intenso di emozioni (fortunatamente il pacchetto viaggio non includeva interminabili ore in centri commerciali per lo shopping convulsivo di cose da mangiare tipico dei cinesi in viaggio…)

La città di Phuket venne fondata nel primo secolo da alcuni mercanti indiani e incarna nelle vie strette e pittoresche tutte le caratteristiche architettoniche delle varie dominanze  e culture; lo stile colorato portoghese (mi ha ricordato molto Macau), le facciate cinesi coloniali (molto simili a quelle viste nella China Town di Singapore), il decorativismo esuberante dei templi Thailandesi e le eleganti forme classiche europee. Lo stile che ne deriva viene definito Sino-Portoghese che è possibile apprezzare nelle centralissime arterie di Soi Rommane e Phang Nga. Proprio in quest’ultima via è possibile apprezzare il sabato e la domenica un variopinto mercato, un bazaar collocato al centro della strada dove ai profumi intensi dei vari banchi di cibo si mescola con le urla dei bambini che giocano e saltano sui tappeti elastici, il viavai continuo della gente locale, la musica dei vai chioschi, le facciate retrò delle classiche sale da te cinesi e tutti colori delle merci in vendita. Consiglio a tutti di perdersi un pomeriggio per la città antica perché Phuket non è solo mare estasiante e folle vita notturna, quindi anche se breve ho molto apprezzato la passeggiata  nel centro storico, ci tenevo veramente tanto a vedere questo meltin’pot di culture.

Il nostro hotel era situato nella frenetica zona di Hat Patong หาดป่าตอง che oltre a vantare la spiaggia attrezzata più lunga dell’isola (3 km) è la zona più densamente popolata dalla vita notturna; Soi Bangla è la principale via ed è solo di notte che il quartiere si trasforma in una Montmartre esuberante, incontri di Muhai thai (Box Thailandese), gente in maschera, stranieri senza briglie, ballerini di strada acrobatici, esibizioni di ragazze Ping Pong (per chi non sa di cosa stia parlando rimando alla lettura dell’articolo su Bangkok), Lady boys e tanto altro, il tutto accompagnato da sfolgoranti luci al neon che fendono la notte trasformando la trafficata via in una Las Vegas della perdizione.

Kathoey กะเทย è il termine locale per indicare i famosi Lady boys che nel mondo occidentale vengono definite donne transessuali. In Thailandia è molto comune incontrarne uno per la strada passeggiando, o nei locali, o in ristoranti eleganti servendo piatti, quella del lady boy è una vera e propria cultura che spesso viene scelta sin dall’età di 10-13 anni quando il bambino tailandese viene indotto di sua sponte (ma anche solo per volontà dei genitori) a subire un’operazione di vaginoplastica riattributiva (transessuali MtF Male to Female); essendo in tenera età il corpo si adatta perfettamente ai nuovi ormoni e il cambio di sesso può essere anche invisibile. Siamo andati a vedere il famoso show di Ladyboys Aphrodite e devo ammettere che intrattiene abbastanza, malgrado un inizio non troppo esaltante la seconda parte si è rivelata molto interessante, con performance ispirate alla cultura Thai, indiana e cinese (per divertire la vasta gamma di pubblico orientale). Da lontano sembravano delle donne splendide ma quando è finito lo show e abbiam incontrato fuori tutto il numeroso cast abbiamo scoperto che erano tutti mediamente alti 1.80 con tacchi a spillo e trucco eccessivo.

Per me è stato impossibile stare a Phuket e non rievocare alla mente quelle terribili immagini del vicino 26 dicembre 2004, quando uno Tsunami generato da un sisma di magnitudo Richter 9 situato nelle Isole Nicobar, a nord di Sumatra, nel Golfo del Bengala, ha sventrato prima la costa nord indonesiana e poi è giunto sino a Phuket, mettendo in ginocchio un intero paese. Quello del dicembre 2004 è stato uno dei terremoti marini più violenti della storia, ad originare il sisma è stato lo “scontro” tra la placca indonesiana con quella Indiana, lungo quella che viene chiamata “zona di subduzione”, la faglia si è fratturata per 1.200 km e l’impatto talmente forte che il fondale si è abbassato di 50 metri. Ho rivisto da poco le numerose testimonianze video del tragico evento, lascio un pensiero per tutti coloro che hanno perduto amici, famiglia, case, in pochi e atteranti minuti. Sono passati 9 anni dall’onda killer, già dal 2005 il turismo era tornato intenso e non ho colto segni visibili del disastro, malgrado questo tutti sanno che si tratta ancora di un fenomeno parzialmente inesplicabile ed imprevedibile e quindi molte persone hanno scelto di vivere nelle montagne dell’entroterra, lontano dal mare.

Ci vediamo nel prossimo articolo per parlare del mare, dei luoghi segreti, del cibo e dei luoghi cinematografici…

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