Macao, Zhuhai, Shenzhen 13/4/13
澳门,珠海,深圳 2013年4月13日
Una grande villa antica
Una sedia a dondolo ferma
Un temporale appena passato
L’odore elettrico della pioggia in lontananza
Il tramonto ed un’anziana donna sul suo balcone
Vestita di nero e con un maschera bianca
Dialogando con i fulmini nel mare
Con un fischietto senza voce.
Un sogno mi ha appena consegnato questa immagine, la tenevo visibile nella testa e non ho potuto non trascriverla, e con essa le sensazioni che ho provato vivendola come spettatore dal un’automobile in corsa in una strada di fronte a quella casa. Pura immagine di solitudine.
In questi giorni la pioggia è costante non solo nei sogni ma anche a Shenzhen, altalenando ore di caldo sole a tramonti freddi soffocati da nuvole brune.
Il clima uggioso mi conduce ad un percorso obbligato e infine diviso in due possibilità: restare a casa a scrivere, bruciare neuroni alla Xbox, comporre con la chitarra, o rinchiudermi in una SPA. La Queen SPA è famosa in tutto il sud della Cina ed è meta di un continuo pellegrinaggio proveniente dalla vicina Hong Kong. Cambiare la temperatura dell’acqua di vasca in vasca, scrub su tutto il corpo, massaggio Thailandese, frutta e bevande varie, sauna, biliardo, filmoteca, relax area; 6 ore… il tutto 300 RMB (37 Euro).
Di passaggio a 珠海 Zhuhai, zona economica speciale creata su impronta di Shenzhen, ho finalmente provato su pelle in famoso massaggio con le ampolle 拔火罐 bahuoguan: dopo la stimolazione manuale dei nervi della colonna vertebrale e delle scapole, si posizionano delle Ampolle lignee o vitree esattamente sui punti sensibili nella medicina cinese, che private dell’ossigeno con una fiamma sottile si ancorano come tentacoli di polpo alla pelle e che teoricamente risucchiano le tossine accumulatesi sui tessuti. È una tecnica antichissima che in Cina veniva e viene tuttora utilizzata per curare dolori, colpi di freddo e febbri. È un po’ fastidioso all’inizio quando la “Coppetta” di fuoco tocca la pelle e ne risucchia il tessuto ma poi ci si abitua e una volta tolte ci si sente rigenerati, purtroppo lasciando un ematoma livido ben visibile che solo dopo una settimana scompare del tutto (lo spero… ne ho in tutto 21 del diametro di 5 cm su tutta la schiena e collo…). Spero di ritornare a Zhuhai a breve così da poter dedicare a questa città un articolo intero.
Ho da poco terminato uno dei libri che mi rimarranno per sempre nel cuore: “Cento anni di solitudine” di Gabriel Garcia Marquez. Malgrado la difficoltà nel leggerlo in lingua originale (molte espressioni e parole tipicamente colombiane che misconoscevo) mi ha fornito moltissime immagini nitide, con il suo “realismo magico” giocando magistralmente tra lo spietatamente crudo e vero e l’idilliaco eden delle cose perfette ed armoniche. Disarmanti e dure le ultime parole del libro: “…porque las estirpes condenadas a cien años de soledad no tienen una segunda oportunidad sobre la tierra.” ovvero “perché ogni stirpe condannata a cento anni di solitudine non ha una seconda opportunità sulla terra.”. La solitudine, suo tema fondamentale, si declina nel carattere definito e marcato di tutti i numerosi personaggi accomunati tra loro dal legame di sangue (incestuosi e non) e dai nomi storici che sempre ricorrono nel romanzo: Aureliano, José Arcadio, Amaranta, Remedios. Un libro storico che vivamente consiglio.
Nella valigia di libri che ho portato da Roma dopo Natale avevo anche il romanzo “Incas” di Antoine B. Daniel; ne avevo letto la prima parte 10 anni fa e solo dopo l’acquisto della terza ed ultima parte mi sono deciso a rileggerlo e riapprezzarne il colore. Per un po’ mi fanno compagnia (in metro per andare a lavoro) i paesaggi montani di Cuzco, i colori sgargianti degli abiti Incas, gli occhi azzurri della protagonista Anamaya, l’odore delle foglie di coca bruciate come incenso, la birra di mais e le guerre tra i vari clan.
Nonostante l’impossibilità di trovare un punto d’incontro tra un volo di rientro ad Hong Kong e l’ufficio E-Channel dell’aeroporto (per ottenere una registrazione del passaporto che eviterebbe i doppi ed ingombrati timbri alla dogana) il governo Hongkonghino pare abbia trovato una soluzione intelligente rendendo il passaggio e la registrazione computerizzata e con notevole riduzione di ingombro sulla pagina del passaporto. Apprezzo notevolmente il nuovo modo di entrare ad Hong Kong.
In occasione del compleanno di Erick, mio coinquilino messicano, siamo andati a vedere lo spettacolo “The house of dancing water” del famoso direttore artistico italo-francese Franco Dragone nel teatro del casinò “City Of Dreams” situato nella zona di Cotai a Macao. Uno show di ben 2 bilioni di HKD di budget, 3.7 milioni di galloni di acqua utilizzati durante lo spettacolo (equivalente di 5 piscine olimpioniche), 239 getti d’acqua indipendenti (il più alto e inaspettato tocca i 18 metri) sorgono da un palco mobile che si trasforma durante tutta la rappresentazione teatrale, da profondo lago dove emergono navi, padiglioni, e dove attori si tuffano da 25 metri di altezza, a palcoscenico rialzato e frastagliato come un declivio montuoso. Tutto è musica, riflessi, colori, vestiti dalle tinte sgargianti, pace e frenesia dopo un attimo. Posso affermare tranquillamente che è lo spettacolo che maggiormente ha rapito il mio interesse. L’arena tutta è estremamente studiata, innumerevoli cavi elastici muovono tutta la scena e i vari attori che sospesi entrano in scena roteando vorticosamente, con balzi enormi, movimenti lenti e capriole acrobatiche. Il prezzo è caro (720 HKD) ma ne comprendo benissimo il motivo. A breve avrò la compagnia dei miei genitori che, malgrado complicazioni varie e fortunatamente in parte risolte, sono riusciti comunque a comprare un biglietto e venirmi a trovare. Sarà l’occasione giusta per loro di conoscere Macau e Hong Kong. Chissà che non vada anche con loro a rivedere questo spettacolo.
Non so ancora cosa ne sarà di questa situazione nella penisola coreana, la tensione si avverte ma sono estremamente contento di come la Cina, la nazione che ora abito, abbia risposto alle minacce lanciate dal troppo giovane dittatore rosso.
Confido nel buonsenso delle nazioni e che gli interessi del singolo non influiscano sul destino di una nazione.
Alla prossima 20 giorni e mamma e papà saranno di nuovo nell’estremo oriente
The house of dancing water (Videos)
😉
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