Taiyuan-Pingyao 30-1-2/VI-VII/2016

太原-平遥2016年6-7月30-1-2日

“Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia.” Sun Tzu “L’Arte della Guerra” Sūnzǐ Bīngfǎ, 孫子兵法

Pingyao (38)

Velocemente quasi arrivano ad essere cinque i meravigliosi anni passati qui in Asia, a Shenzhen. Mi è difficile tenere il blog al passo con i viaggi e con le variegate esperienze, come qualsiasi atto creativo necessita di momenti opportuni, tempi idonei e cristalli di ispirazione pura. Ho già commentato precedentemente come qui in Asia il tempo sembra passare veloce e intensamente mi porta a vivere ogni giorno nella maniera più assoluta. Sinceramente non so ancora per quanto tempo rimarrò qui, ultimamente le circostanze sono molto cambiate, ma sicuramente rimarrò qui fin quando ci sarà un nuovo posto da esplorare, un nuovo vocabolo in mandarino da imparare; basicamente fino a quando continuerà ad essere come da cinque anni a questa parte.

Annuncio ufficialmente che ho deciso di lasciare CUBE, lo studio di architettura dove ho lavorato per sei mesi, da Febbraio a Settembre. Precedentemente avevo già commentato il tema fondamentale del rispetto sul luogo di lavoro, sugli orari di lavoro, sul lavoro extra e sullo stress che tutto assieme mi stava soffocando. Ho deciso di prendermi una vacanza dal lavoro a tempo pieno in Architettura e dedicarmi ai miei hobby e alle mie passioni.

Sono ben due anni che ho intenzione di iniziare a studiare con assiduità la lingua Mandarina e quindi finalmente mi sono deciso; con la scusa di aver mollato lo studio mi sono iscritto all’università di Shenzhen SZU 深大 e ora sono ufficialmente uno studente del corso 高级一, ovvero il livello Mandarino avanzato. Dalle 8.30 fino alle 12.00 tutti i giorni seguo interessanti lezioni tutte mirate al perfezionamento del Mandarino nei suoi vari aspetti: da quello colloquiale a quello formale, dalla lettura dei giornali alla cultura letteraria. Come tutte le decisioni è stata difficile ma non rimpiango nulla perché ora sono felice decisamente più libero di amministrare il mio studio, le mie attività e il mio lavoro come architetto Free lance.

Ovviamente le mie lezioni di Spagnolo vanno avanti alla grande e ho molto piacere nel vedere i notevoli progressi che le mie alunne raggiungono settimana dopo settimana. Assieme allo Spagnolo sono anche diventato maestro di Inglese e per la prima volta sto anche insegnando l’Italiano, la mia lingua madre. Il tutto richiede molto impegno perché continuo a scrivere tutte le lezioni ma ciò mi soddisfa molto e fortunatamente mi da anche un buon salario. Una delle mie studentesse di Inglese 刘方, May l’ho conosciuta in aereo durante un viaggio di lavoro nello Shanxi ed è proprio di questo viaggio che voglio parlare oggi in questo articolo…

Voglio raccontare di quando un, 出差chu1chai1, un viaggio di lavoro lo scorso Luglio mi ha portato in una provincia cinese che non avevo mai visitato e che ho scoperto essere una perla che non poteva mancare nella bacheca dei ricordi. Per tre giorni sono stato nello 山西 shan1xi1, il cui nome è molto simile a un’altra provincia cinese chiamata 陕西 sha3xi1 (la provincia di Xi’An 西安), prima nella moderna città di Taiyuan 太原, dove ho incontrato i clienti e discusso con loro su un complesso commerciale nel cuore della città, e poi nella antica città di 平遥 Ping2yao2. Generalmente Taiyuan è considerata una città di transito, una delle numerose città del boom economico cinese, con architetture bizzarre, urbanistica definita e pochi spazi verdi;  non presenta l’aspetto peculiare storico-antico delle città di questa provincia. È vero però che non si può lasciare la città senza aver visitato il tempio 晋祠 jin4ci2 poco fuori del tessuto urbano. L’entrata a questo tempio è abbastanza fuorviante, perché il tutto appare molto moderno e artefatto, quasi un parco di attrazioni, un infinito susseguirsi di spazi ricostruiti dall’antico gusto ma è solo addentrandosi nel complesso e arrivando alla fine del recinto che si scopre il vero gioiello Buddhista che da il nome a questo parco. Il tempio 黄庙huang2miao4 è l’edificio più antico (risalente al 1362) e anche a mio avviso il più spettacolare; conserva ancora le antiche pitture sulle arcate lignee e le eleganti-spaventose sculture in legno degli altissimi dragoni dalle fauci spalancate attorcigliati sulle lisce colonne del porticato.

Molti sono gli autobus che connettono la moderna città di Taiyuan con la antichissima città di Pingyao, la comodità del viaggio è direttamente proporzionale al costo del biglietto ovviamente ma comunque non è una distanza enorme, solo due ore. Arrivando di notte e addentrandosi in taxi per le vie densamente organizzate del centro, avvolte nell’oscurità a tratti illuminate da lanterne rosse, ci si rende conto del carattere della antica città. Ricordo ancora quando quattro anni fa durante uno dei viaggi di ritorno a Roma, in aereo, vidi un documentario sull’ “unica città storica completamente conservata in Cina”; mi impressionò molto quel documentario ma poi dimenticai di scrivere il nome di quella città e il ricordo di si perse nei meandri intricati del tempo. Il nome di quella città era proprio Ping2yao2 平遥 e solo quattro anni più tardi ho finalmente avuto la fortuna di poterla visitare. Chi la visita non può non restare impressionato: è veramente la città meglio conservata di tutta la Cina, qui rimangono ancora intatte le mura cittadine, le strette e tortuose vie, le case basse e decorate e le strade acciottolate tradizionali. Ovviamente per questione di sopravvivenza e per il turismo globale nelle arterie principali è un continuo susseguirsi di negozi di souvenirs e cianfrusaglie ma ciò non intacca minimamente il fascino storico di questo gioiello culturale. Pingyao è una poesia, ogni tetto presenta una differente decorazione, ogni edificio nasconde un segreto e le vie sono permeate da un intenso odore di Aceto. Uno dei prodotti più famosi in tutta la Cina proveniente da questa provincia è proprio l’Aceto che le persone dello 山西 bevono addirittura puro, in fiale, come un elisir. In onore a questo prodotto per le vie dell’antica città ci sono numerose botteghe che hanno sulla porta di ingresso una vera e propria “fontana alimentata ad aceto”. C’è in mandarino una espressione molto particolare che basicamente significa “essere gelosi di” o “avere invidia per” ed è 吃醋 chi1cu4 che letteralmente significa “mangiare-bere aceto”. L’espressione deriva da una storia di un primo ministro della dinastia Tang che completamente dominato e ossessionato dalla propria moglie un giorno vide arrivare una bellissima ragazza inviata dall’imperatore in persona come concubina. Anche se la poligamia era una pratica vastamente diffusa e moralmente consentita, la moglie non accettò la ragazza e affermò di preferir bere Veleno a vedere il proprio marito con un’altra donna. L’imperatore commosso dal coraggio di quella donna segretamente riempì la fiala di aceto e la diede alla donna che disperata voleva togliersi la vita. Ovviamente la donna non morì, solo tossì rigorosamente ma da allora l’espressione 吃醋 chu1cu4 denota in tutta la Cina una maniera diretta per riferirsi al proprio amante e dichiarargli la propria estrema gelosia.

Come in altri tempi la gente del posto ancora oggi stende il bucato nei cortili, si siede sull’uscio delle porte per chiacchierare e-o per prendere il sole. Anticamente Pingyao era una un fiorente centro mercantile della dinastia Ming ma solo durante la dinastia Qing raggiunse a notorietà con la fondazione delle prime banche e l’emissione dei primi assegni della Cina per poter semplificare il commercio. In totale, racchiusi dalla spessa cinta muraria a base rettangolare di approssimativamente 1km quadrato, ci sono ben 18 edifici di interesse storico e si può comprare un biglietto cumulativo per visitarle tutte per 120rmb. Le mura 城墙 risalenti al 1370 come ho detto sono le uniche perimetrali che si sono interamente conservate fino ai giorni d’oggi, alte 10 metri, corrono per un perimetro di 6 km e presentano ben  72 torri di vedetta ognuna delle quali riporta un passaggio dell’opera di Sun Tzu “L’Arte della Guerra” Sūnzǐ Bīngfǎ, 孫子兵法. E’ solo la parte meridionale delle mura che è stata ricostruita a causa di un crollo, il resto è come si presentava nel 1300.

Consiglio di visitare la cittadina la mattina presto, poco dopo il sorgere del sole, così da evitare i gruppi di turisti e potersi immergere completamente nella vita tradizionale che inizia alle prime luci dell’alba.

Concludo l’articolo con la vividi immagini che lo 山西mi ha regalato, per un breve periodo ma estremamente ricco di sorprese.

Galleria fotografica relativa all’articolo.

A presto racconterò l’avventura a Seoul 서울특별시, la mia prima volta in Korea.



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