Bangkok 1,2,3/X/2012

曼谷 201210月1,2,3

È stato come ricevere un presagio malevolo incrociare lo sguardo di Hugo Chavez ritratto nella prima pagine di uno dei giornali gratuiti del metro che stava leggendo una ragazza dalla leggera gonna e tacchi alti. Ancor più oscura la notizia il giorno dopo della sua ascesa al governo Venezuelano. Con una lacrima di compassione mi sono inoltrato su youtube alla ricerca del famoso video del 2010 in cui, durante una conferenza delle nazioni Hispanohablanti, il Re di Spagna Juan Carlos perdendo le staffe rimprovera un fastidioso e assolutamente arrogante Chavez con un “¿Por qué no te callas?” ovvero “Perché non chiudi il becco?” e questo mi ha ridato allegria e confermato quanto già sapevo del Leader.

Ho dedicato il precedente articolo alla Festa di mezz’autunno e spiegato la mitologia legata a quest’evento. Quale miglior occasione per scappare dalla Terra di Mezzo puntando verse altre mete? Non è stato il clima estivo a suggerirmi una partenza fulminea e premeditata ma la situazione a dir poco asfittica che si vive in Cina durante le vacanze più importanti. Immaginavo prima della mia avventura questa nazione cinese come un fazzoletto di terra con una densità di 10 abitanti per metro quadrato… un inferno, però posso garantire che vivendoci giornalmente non si sente il peso della massa; ovviamente salvo alcuni giorni, come per esempio quelli della settimana passata.

Non che la Tailandia fosse priva di Cinesi; a quanto pare sono stati 40000 i turisti del Mainland che si sono riversati a Bangkok ed io li ho seguiti.

Sono i racconti di una città enigmatica, meravigliosa ed orribile al tempo stesso ad attirarmi nell’antico Siam. Su suggerimento di una bella Veneziana ho optato per un hotel in una delle aree più caratteristiche della città che prende il nome proprio dall’antico regno: Siam. Era caratteristica e folkloristica la passeggiata che mi conduceva dall’Hotel all’arteria principale dove prendere l’autobus o la barca: baretti all’aperto con sedie di legno, massaggiatrici dalla dubbia sessualità che adescavano possibili clienti, un groviglio indescrivibile di cavi elettrici che correvano sfiorando le facciate fatiscenti con panni stesi e finestre semiaperte, invadenti Tuk-Tuk come squali alla ricerca di foche sul pelo dell’acqua, banconi rumorosi e odorosi di cibo che variavano dall’offrire frutta raccolta, tagliata e posizionata elegantemente in una bustina di plastica a gamberi, interiora o carne di suino fritta nello stesso olio da secoli e servita su un piatto dall’aspetto molto poco asettico. Mi era stato decantato il cibo “per strada” Tailandese ma uno scomodo dolore di stomaco mi ha distolto dal provarlo pienamente (mi sono limitato al mango e a qualche dolce tipico). Il cibo sembra buono ma estremamente grasso: non è un caso che in Cina in 9 mesi avrò visto forse 10 obesi e a Bangkok in una settimana ne avrò scrutati per lo meno una 50ina…

Quando si pensa a questa “Città degli Angeli” (กรุงเทพ ฯ, กรุงเทพมหานคร, o Krung Thep, Krung Thep Maha Nakhon) si citano i Templi riflessi sulle torbide acque del fiume, le barche che sfrecciano con motori enormi allo scoperto, gli spettacoli di Tai Boxing (Muay Thai), i mercati delle pulci più grandi del mondo e una delle zone a luci rosse più fervente dell’Asia. Ho voluto spendere una settimana in questa città per poterla conoscere nelle varie sfaccettature, cogliendone pregi e difetti che comunque l’hanno resa ai miei occhi come una gemma splendida ma mal tagliata dall’orefice (sarà il libro sulla storia romanzata di Benvenuto Cellini che mi ha inspirato questo paragone?). E’ indubbio il predominio turistico nell’Asia e non solo della Capitale e questo la colloca al quarto posto tra le mete più gettonate al mondo, ma è facile notare come non sia affatto pronta a reggere un tale merito per via del precario (se non assente in alcuni casi) sistema infrastrutturale. Il traffico nelle arterie principali è qualcosa di indescrivibile e trasforma rapidamente un torrente impetuoso di luci rosse, bianche e clacson in un rigagnolo strozzato che fatica a scivolare sul suo letto ruvido. Possiede un metro ed un sistema Skytrain ma questi non arrivano al bordo fiume, il luogo dove risiedono il 70% delle attrazioni della città.

Mi sono soffermato molte volte (come è possibile evincere dalle gallerie fotografiche)  ad ammirare l’impianto dello skytrain che tanto ricorda un mostro marino che si innerva pesante pedinando dall’alto le arterie congestionate. L’ho detestato e ammirato a tempi alterni, sottolineando l’esplosivo impatto che ha sul tessuto urbano ma elogiandolo in alcune sue evoluzioni e poetiche.

Sapevo della forte devozione nei confronti della Famiglia reale che impera dovunque in Tailandia ma non credevo della presenza assidua di Poster, quadri, gigantografie, della Regina (ritratta quasi sempre in pose assolutamente distratte) ,del Re (ritratto come il papa con la tunica dorata in un vestito pomposo d’oro e lustrini con il braccio alzato) e dell’usanza di interrompere qualsiasi attività rimanendo sull’attenti alle sei precise, ora in cui i megafoni sparsi per le vie cittadine declamano a gran voce l’inno nazionale.

Ho incontrato nel mio cammino diverse persone che mi hanno fornito idee ricche e contrastanti sul fenotipo dell’abitante di Bangkok.

Il falso agente della “polizia turistica” che mi dice che è impossibile visitare il palazzo reale in quel giorno per via di una festa Buddhista (mera menzogna) e mi indirizza verso un Tuk-Tuk che magicamente appare e si ferma di fronte a noi; Il conduttore si fa pagare una cifra pattuita con un inglese scricchiolante per un Tour per i templi principali ma di sua iniziativa intervalla la visita ad un negozio di vestiti, gioielli e  souvenirs, spiegandomi dopo aver pagato che ha un accordo con i negozianti e che per ogni turista che arreca riceve un “Coupon” per la benzina e qualora il turista dovesse spendervi più di 3000 Bath (615 RMB o 76 Euro) ne riceverebbe ben 5, giocando ulteriormente sulla reazione psicologica del cliente che vedendolo “povero e mal vestito” crede che non abbia abbastanza denaro e decide di aiutarlo (sarà anche povero ma possiede il modello successivo al mio Galaxy II che costa la bellezza di 500 euro…).

L’amichevole ragazzo che attacca bottone per praticare l’inglese e ci dice che non è possibile visitare il mercato degli amuleti per via della Pioggia e ci indirizza verso un porto poco distante per poterci unire ad un tour che solcava con una barca a motore la parte nascosta del fiume Chao Phraya ricca di templi e vita cittadina. Ci dice di non pagare più di 1200 Bath e che solitamente ai turisti gonfiano il prezzo del doppio… Fidandomi di quelle informazioni con l’ennesimo Tuk-Tuk che spunta all’orizzonte con tempismo spaventoso mi avvio al porto e contratto con l’organizzatore del tour affermando che mi aveva consigliato quel posto un amico e mi aveva detto di pagare non più di 1000 bath. Sono contento di aver “rubato” 200bath perché poi in unsecondo momento mi sono reso conto che il tour nelle guide lo valorano con un massimo di 400bath e che è molto diffusa la pratica della “Bugia conveniente”. Fortunatamente il tour è stato splendido e mi ha dato modo di immortalare alcune tra le più interessanti scene che ho collezionato nella Venezia d’Oriente (non so se posso ritenere concreto questo paragone). Le acque torbide, il vento leggero, le case di legno su pali, i porticcioli e la vegetazione lussureggiante hanno balenato alla mente un dolce ricordo di Tigre, poco fuori Buenos Aires e gli splendidi momenti passati in compagnia di un’argentina che possiede tutt’ora una buona parte del mio cuore.

Non mi vergogno nell’affermare che ho perduto gradualmente la fiducia in ogni abitante di Bangkok ma non posso nemmeno negare di aver incontrato sguardi sorridenti e disponibili senza richiedere nulla in cambio.

Voglio concludere questo primo (forse un po’ polemico) di due articoli che dedico a Bangkok con una piacevole sensazione di rimembranza per l’olfatto, il gusto e la vista:

Posso sentire ancor ora con vellutato in bocca il sapore esotico delle foglie di Limone Kaffir utilizzate come spezie, immerse nelle saporite zuppe di Curry, latte di cocco e gamberi grigliati servite con fettuccine fine di soia condite con peperoncino, arachidi e zucchero croccante.

Al prossimo articolo

😉

Galleria fotografica


0 Risposte to “Bangkok ovvero La città degli Angeli กรุงเทพ ฯ: tra truffe, tuk-tuk e sapori esotici”



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