Prefazione
Cleptomane d’ombre colorate è un’opera corposa che indaga e affonda su
tre grandi temi: il cuore (l’amore), la mente (un viaggio sovversivo e surreale nella
psiche) e l’anima (l’ascolto di sé). Si tratta di componimenti diversissimi fra loro in
cui l’autore, Luca D’Amore, sperimenta vari linguaggi e lingue (inglese, francese,
spagnolo) e, talvolta, tutto si mescola in giochi creativi che spingono i significati
fuori da foglio e oltre le regole della bella scrittura, costringendo il lettore a mettere
insieme, di volta in volta, i pezzi di un discorso poetico complesso e variegato.
L’amore, che apre questa silloge è un sentimento totalizzante che illumina
tutta l’opera, esso è narrato nella sua pienezza, per come e quanto sconvolge le
esistenze, e per il suo “pungere” la pelle; la mente invece è la tavolozza del cleptomane,
il nido della gazza: è il luogo che non conosce spazi vuoti ma solo superfici
da riempire, anche di simboli che aprono e chiudono il discorso o che, a volte, lo
costituiscono. C’è infine l’introspezione, e l’anima messa a nudo da un soffio di
vento e dal suo riflesso, dalla voglia di inseguire una vertigine di sensi, senza paura
di cadere, senza paura di conoscere il vuoto:
[…]
Dalle nubi mi dava un senso
Di non-presenza.
Ho lasciato cadere
La mia sciarpa solo per vederne
L’abilità nel volo.
Indumenti all’asciutto
Ma gli occhi no…
S’erano tuffati nel vuoto
Non potevano resistere
Ad un richiamo verso
la vertigine.
(Il Riflesso del Vento)
La poesia di Luca D’Amore conduce spesso altrove, è il movimento a contraddistinguerla (“Ho lasciato cadere / La mia sciarpa solo per vederne / L’abilità
nel volo”, Il Riflesso del Vento), scrivere e andare sembrano sinonimi: “Per te
viaggerei nelle sfere celesti / Dove il solo sguardo si smarrisce / Nell’immagine di
una luna ceca” (Labirinti). Il viaggio è poi il verbo che conduce alla scoperta di sé,
a costo di prendere direzioni impervie, al costo di viaggiare contromano:
[…]
Forse riusciremo
Ad uscire dagli schemi
Sfondando le porte dell’inferno…
Comincerei a viaggiare contromano
Lungo i binari di questa Follia,
raccogliendo soffici
Schegge di realtà.
Investendo tutto e tutti
Con la prorompente
Brutalità d’un uragano,
Singhiozzando squarcerò
L’orizzonte e sotterrerò
Flutti astri
e sabbie.
[…]
(Soffocate urla nel vento)
La domanda che è lecito porsi è: “Cosa vede e cosa desidera un cleptomane
di ombre colorate?”. Egli, apprendiamo, dimora nella mente dell’io lirico, è notte
ma vede alberi capovolti (“Nel bosco__Stregato / _Dalla luna / D’alberi____
/ Capovolti__ / Dal vento_”, Cleptomane d’Ombre Colorate) e altre
diavolerie (“Radici viola / ___Gremite / Di freddi_ / Garofani__ / Ribelli
ed___ / ___Erbivore / __Presenze / _Di notte / Dipinte”, Cleptomane
d’Ombre Colorate) forse, teme il vuoto: “_Horror Vacui_ / _Indelebile”
(Cleptomane d’Ombre Colorate).
Il componimento Cleptomane d’Ombre Colorate apre la sezione “La
mente”, attraverso l’uso ripetuto della spaziatura, di un segno quindi che spezza
ma allo stesso tempo suggerisce continuità al verso, dipinge lo scenario in cui la
sezione più “surreale” di quest’opera si ambienta, ed è la storia di Un andar controcorrente dell’anima notturna:
[…]
Un andar controcorrente
Dell’anima notturna
…Che di sguardi
Psichedelici,
squarciava l’inquinata
coltre lunare
in caustica visione
spettrale.
(Un andar controcorrente dell’anima notturna)
Narra quindi, le vicissitudini di chi, pur temendo il vuoto, decide di attraversalo,
di chi si sporge per vedersi finalmente come un fiume in piena:
Ho ingoiato terra troppo tempo
Per apprezzare il sapore delle ciliegie.
Il mio orecchio è teso verso le montagne
Laddove le cornamuse ululano proibite note
Sfocate dal bisbigliare dei sette venti.
Per quanto possibile adoro sporgermi dalle rocce
Ferendo solo il mio sguardo
in uno schianto tra le rapide d’un fiume in piena.
(Fiume in piena)
L’opera di Luca D’Amore è ancora molto altro, è se stessa e il suo contrario,
come in un’apoteosi di silenzi essa si maledice in un dolce labiale rovesciato
e proibito: “Poesia Maledetta, Corrodi Ogni Proibito Tormento
/ Di Dolce Labiale Rovescio Interdetto” (L’Apoteosi di un Silenzio).
Marina Paola Sambusseti
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