Shenzhen 12/IV/2015
深圳 2015年4月12日
“Serendipity is looking in a haystack for a needle and discovering a farmer’s daughter-La serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino”
Julius Comroe Jr., 1976
È il quarto qing ming 清明 che trascorro in Cina, la quarta pasqua, il quarto mese di aprile. Da questa parte del mondo le cose possiedono un ritmo diverso, cambia tutto con rapidità e a volte è facile disorientarsi, ci si sente come una zattera in balia delle correnti oceaniche: questo sentimento può essere stimolante o logorante a seconda dell’umore con il quale lo si sperimenta.
Considero questa esperienza (prendo in prestito il neologismo di Horace Walpole) una serendipità di quattro anni che mi sta facendo maturare e crescere.
Quando si abita per molto tempo da queste parti si è abituati a vedere andar via persone care, ad incontrarne molte e poche speciali al tuo fianco; si diventa selettivi e il carattere si plasma molto più solitario e selvatico. La solitudine il più delle volte la considero l’occasione per avere tanto tempo da dedicare a me stesso.
Ho cambiato le mie abitudini mattiniere: mi sveglio presto (6.30), faccio un’ora di esercizi ginnici (alterno pesi-addominali e yoga) e 15 minuti di stretching, mi preparo il pranzo da portare a lavoro e studio una nuova lingua romanza ovvero il portoghese. Sono due anni, da quando sono venuto in contatto con la comunità brasiliana di Macau grazie al mio amico Yimeng, che sono affascinato dalla Lusofonia (dalla lingua e cultura portoghese) che foneticamente tanto mi fa pensare ad un felice connubio tra un soffice francese, un elegante italiano ed un deciso spagnolo. Sto seguendo il metodo Pimsleur per apprendere questa nuova lingua, ogni mattina seguo una audio lezione, ripeto ad alta voce e trascrivo la nuova grammatica e i nuovi vocaboli su un quaderno. Sfortunatamente non ho molte persone con cui praticare il portoghese, avanzo rapidamente nello studio e questo mi fa riflettere su come sia difficile ottenere miglioramenti sensibili nella lingua mandarina: dopo due anni di studio presso una scuola di lingua professionale ancora non ho raggiunto un cinese intermedio-alto… 慢慢来 manmanlai come dicono qui, “pian piano arriverà”…
Per quanto ancora mi sentirò a mio agio in Cina? Fino ad oggi ogni giorno è una nuova scoperta, come sfogliare un grande dizionario e trovare le radici di un futuro prossimo. Adoro la mia routine, ho l’esatto equilibrio di creatività, sorpresa, follia e brivido che rende il mio lavoro e la mia vita personale altamente interessanti. Ovvio che anche qui si vivono gli alti e bassi, ma l’idea di potercela fare da solo ed imparare mi fornisce lo slancio necessario per superare quasi ogni circostanza.
Per quanto riguarda la mia situazione lavorativa, malgrado un periodo di instabilità dovuto principalmente al mancato pagamento da parte di alcuni clienti, ancora sono determinato a portare il mio studio a un buon livello e come partner sto apprendendo molto e non solo dal punto di vista gestionale e amministrativo ma anche e soprattutto a livello umano, con i miei colleghi-dipendenti. Purtroppo non mancano le discussioni con gli altri due soci, sempre più presenti e lunghe. Sto facendo di tutto per invitare loro ad essere più aperti e comunicarci più sovente le idee, le informazioni, i piani futuri e imminenti. Probabilmente comincio ad essere stufo di quella tipica incomunicabilità che la maggior parte dei cinesi hanno nei confronti dei problemi, delle comuni vicissitudini. Sento sempre più architetti che vengono “incitati a prendere vacanze non pagate” dagli studi di architettura, molte imprese stanno tagliando molti posti di lavoro ed ormai comincia ad essere difficile trovare un buon impiego per i neoarrivati a Shenzhen; che sia l’inizio di un collasso del mercato del lavoro (per lo meno nel campo dell’architettura)? Non sono capace di rispondere a questa domanda in maniera esauriente, posso solo dire che alla Cina non mancano né soldi, né clienti, il problema risiede nelle alte sfere che hanno deciso di bloccare molti progetti e di lasciarne incompiuti altrettanti.
La mia sfera sentimentale è abbastanza appagata, per la prima volta ho una persona al mio fianco che mai mi mette a disagio, che mi capisce, mi consiglia, mi fa sentire solo quando non c’è e battere forte il cuore quando sono al suo fianco. Con lei mi sento me stesso al 100% e questo non mi era mai successo prima con nessuna persona oltre Elettra, mia storica migliore amica. Charlotte è come un’esplosione di emozioni che mi riempie i giorni e che mi fa stare bene, positivo. L’ho conosciuta per caso ad una festa latina lo scorso giugno e ricordo con minuzia tutti i dettagli di quel momento. Mi sono avvicinato a lei pensando che fosse sola, annoiata, che non conoscesse nessuno e che non parlasse nulla di cinese ed invece tutto ciò che credevo era falso; era lì con i suoi amici, viveva da sette anni in Cina e parlava un mandarino perfetto. Quella sera la ricordo bene anche perché mio fratello Silvio mi chiamò dal Qatar per darmi la brutta notizia del peggioramento della malattia di mio papà, mi disse di anticipare il mio ritorno in Italia perché i medici non erano certi che mio padre sarebbe arrivato ad agosto… ero deciso a tornare a casa e cercare in fretta un volo per partire di lì a pochi giorni ma Erick ed Adriana mi dissero di aspettare fino all’indomani per poi tranquillamente cercare la soluzione più adeguata. Così cercai di non pensarci e per tutta la serata grazie a diversi cocktail riuscii a stare sereno. Se non fossi rimasto a quella festa non avrei mai incontrato Charlie. Non credo di aver mai sentito l’assenza di una persona come in questo momento con lei che è tornata in Francia da tre settimane.
Sono stato con Charlotte ad Hong Kong per la assistere allo spettacolo teatrale della trilogia Not I, Footfalls and Rockaby di Samuel Beckett. Una sola attrice (Lisa Dwan), una scarna scenografia inghiottita dall’oscurità, lame di luce che fendevano la scena, una sedia a dondolo e una “bocca” illuminata che velocemente improvvisava un soliloquio inquietante e sarcastico. La velocità del dialogo è impressionante e non è tanto il contenuto del monologo a rimanere, quanto l’emozione e l’irrealtà di quelle rosse labbra che seppur di umane dimensioni coprivano il palco intero obbligando tutti gli spettatori a fissare un punto luminoso e parlante. Ho avuto più volte i brividi per l’emozione durante lo spettacolo…
Dopo il “house warming party” dello scorso gennaio, la mia piccola e modesta casa in 白石洲 baishizhou ha ospitato un’altra grande festa a sorpresa in onore del compleanno della bella marsigliese, Charlotte: 35 persone attendevano a luce spenta e porta chiusa, il nostro arrivo per gridare tanti auguri! La sorpresa è riuscita veramente bene perché io stesso aprendo la porta mi sono domandato se gli amici fossero arrivati o no perché non si sentiva nessun rumore e non c’era nessuna traccia degli invitati. È stato difficile per me gestire l’evento perché con mia “sorpresa” Charlie a meno di una settimana dal giorno della festa aveva deciso di organizzare a casa sua una cena per festeggiare… insomma due feste in due giorni. Alla mezzanotte in punto del 13 marzo mi sono presentato a casa sua con una crostata appena sfornata che sembrava avesse fatto una guerra; nella fretta non ho avuto la pazienza di aspettare che la torta si raffreddasse e quindi rigirando la teglia mi si è letteralmente spaccata in cinque pezzi… orribile a vedersi ma abbastanza buona da mangiare 😀
Anche se il rapporto con il mio migliore amico madrileno Alan (e ormai mio dipendente da un anno) non va più a gonfie vele come prima non mi arrendo all’idea che la posizione lavorativa possa tanto influenzare e minare una solida amicizia come quella che avevamo prima, a Madrid. In un anno che si è trasferito qui a Shenzhen non mi ha quasi mai reso partecipe della sua nuova vita, lui hai i suoi amici, le sue attività, i suoi viaggi e le sue ore lavorative e solo in quest’ultime rientro io. Malgrado tutto penso ancora di potermi fidare ciecamente di lui e anche se ho il mio migliore amico solo nelle pause pranzo, sono contento.
In occasione di una cena organizzata a casa mia per il rientro di Sandeep (uno dei componenti del gruppo eterogeneo di amici che frequento ultimamente a Shenzhen) in India, ho impastato la mia prima pizza artigianale, cucinata seguendo un pdf trovato su internet e con dosi spannometricamente misurate ad occhio… devo ammettere che non era niente male, primo esperimento abbastanza riuscito e sono sicuro che sperimenterò e migliorerò col tempo.
Lo scorso 21 marzo sono stato con la mia scuola di Cinese 加华 in un trekking-hiking molto particolare e avventuroso. In linea di massima non sono molto attratto dal concetto di “Hiking” cinese, in questa parte del mondo scalare una montagna equivale a salire una serie infinita di gradini.. tante scale insomma una dietro l’altra, ma questo Hiking era molto diverso perché non vi erano rampe di scale ma rocce enormi, pareti a 90 gradi da scalare con corda e stretti sentieri dove solo una persona poteva passare a stento. E’ stata la mia professoressa 冯雅雯 Fengyawen (o Christina come si fa chiamare da tutti gli studenti) che ha organizzato questa splendida escursione e credo che non sarà l’ultima perché tutti gli studenti sono rimasti soddisfatti e affascinati dalla gita. Abbiamo percorso in circa 5 ore e mezzo il tratto costiero che va dalla località balneare di 西冲 xichong fino a 东冲 dongchong, tra insenature dal mare cristallino, rocce dai colori vivaci, burroni a picco sul mare, grotte scavate nella roccia dal mare e dal vento e sfortunatamente molte persone (almeno per il primo tratto). Secondo me quel trekking non era poi così semplice e nel nostro gruppo c’era anche un signore di età avanzata del Costa Rica che ha avuto non pochi problemi ad arrivare alla fine; ricordo che nel mare con delle barche bianche c’erano dei marinai che non attendevano altro che persone spossate potessero pagare un’ingente somma per poter arrivare direttamente alla fine del lungo percorso. Il clima ci ha aiutato molto perché fortunatamente il sole era velato da una coltre di nubi bianche, quindi non era bollente ma ugualmente sono riuscito a scottarmi collo e naso…
Ci sono così tante cose che vorrei scrivere e mi ritrovo ad avere così poco tempo per trascriverle…
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