Taipei 13-14-15-16-17/III/2013

台北 2013313-14-15-16-17

Taipei  (129)

« La rivoluzione non è un pranzo di gala; non è un’opera letteraria, un
disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e
delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e
magnanimità. La rivoluzione è un’insurrezione, un atto di violenza con il quale
una classe ne rovescia un’altra. »

(Tratto dal “Libretto Rosso” di Máo Zédōng 毛泽东)

La stagione calda sembra bussare prepotentemente a Shenzhen, si abbandonano le giacche, cappotti, sciarpe, si comincia con pantaloni corti e flip-flop. Il mio marzo shenzhenino si colora di feste di carnevale brasiliano nel Venetian Hotel di Macau, di letture appassionanti (“Cento anni di solitudine” del Nobel colombiano Gabriel García Márquez; le vicende dei Buendia nella remota città di Macondo, tra figli illegittimi, realismo magico, peste dell’insonnia, pesciolini d’oro e insurrezioni popolari), di film stimolanti, di nuovi giochi per xbox (mi sembra di essere tornato bambino riscoprendo Resident evil e Tomb Raider), incursioni nella vibrante Lan Kwuai Fan ad Hong Kong per i folli festeggiamenti del campionato di Rugby 2013, esposizioni di arte (Andy Warhol nel museo di arte contemporanea a HK e una mostra interessantissima di arte multimediale nel padiglione B10 ad OCT Loft-a pochi metri dal mio studio) e cene messicane.

Adoro fantasticare sulle nuove mete da raggiungere, sui nuovi posti da esplorare e posso deliberatamente ammettere che amo sperperare i miei soldi guadagnati in biglietti aerei.

Era da tempo che sognavo di poter visitare una isola che geograficamente risulta molto vicina alla Cina ma che la cultura, tradizioni, politica e lingua l’allontanano di numerose miglia marine.

Taiwan attualmente viene riconosciuto solo da 23 paesi (tra cui il Vaticano) come stato indipendente, tutti gli altri la considerano una Cina non pienamente rivendicata. Per Taiwan o Zhōnghuá Mínguó 中華民國 (ROC) si intende l’insieme della grande isola principale (Formosa) e delle minori Pescadores, Quemoy e Matsu (molto più prossime alla costa cinese). Ho domandato qui a Shenzhen di Taiwan e hanno affermato tutti che appartiene alla Cina come del resto Macao e Hong Kong (se veramente vi appartiene perché per entrarvi un cinese deve avere un passaporto e chiedere con un mese e mezzo di anticipo un permesso all’ambasciata e sperare che gli venga rilasciato il visto?).

Anche Taiwan partecipò e continua a farsi sentire nella personale lotta a favore della rivendicazione, assieme al Giappone e alla Cina, delle isole Senkaku-Diaoyudao, terre brulle nel mezzo dell’oceano che tuttavia rappresentano un punto chiave per il commercio marittimo; probabilmente apparterrebbero più a Taiwan che alle grandi potenze, ma ovviamente non è la collocazione geografica a stabilire l’appartenenza.

Un biscotto della fortuna mi ha assicurato che il mio colore fortunato è il verde e con un volo molto economico di soli 1230 HKD (120 euro) Hong Kong Airlines mi ha fatto arrivare nella Cina Formosa o più comunemente detta Taiwan. Lo stato vanta 23 milioni di abitanti (come Shanghai) e solo 2.8 milioni sono concentrati nella vibrante capitale Taipei, 台北市 o 臺北市 ed è proprio qui che si concentra il mio racconto di 4 giorni.

La storia di Taiwan è complessa e ricca di vicissitudini storiche ma tento di riassumerla brevemente quivi:

Nel lontano 1544 i portoghesi sbarcano a Taiwan e la chiamano “Ilha Formosa” ovvero “isola meraigliosa” a seguire arrivano gli olandesi e la popolazione autoctona aborigena venne quasi del tutto sterminata.

Dopo 2000 anni di dominio imperiale, la dinastia Qing in Cina giunge al declino. Due sono le correnti che si fronteggiano la supremazia dello stato: da una parte il partito comunista cinese 中國共產黨 di Máo Zédōng 毛泽东 e dall’altra il partito Nazionalista di Jiang Jieshi, 蔣介石 o più comunemente noto come Chiang Kai-shek . Nel 1931 i Giapponesi approfittando della situazione di disordine culturale che vi regnava invasero la Cina stabilendo un stato fantoccio e ponendovi come sovrano l’ultimo imperatore cinese Aisin Gioro Pu Yi. Dopo aver messo a ferro e fuoco gran parte dell’est cinese (soprattutto la citta’ di Nanjing, Nanchino) passata la seconda guerra mondiale i Giapponesi tornano sconfitti nelle loro isole e dopo 50 anni di occupazione giapponese l’isola è di nuovo terra cinese. A seguito del trattato del Cairo tra gli alleati americani (Winston Churchill, Franklin Roosvelt) Chiang-Kai Shek, nominato leader nominale del governo cinese, stabilisce il ritorno alla Cina di Taiwan. Tra il 1945 e il 1949 in Cina scoppia la guerra civile ed è questo il periodo più sanguinoso per l’isola che nel 28 Febbraio 1947 subisce un massacro di più di 20.000 manifestanti , riunitosi in piazza per gridare l’indipendenza di Taiwan; solo nel 1992 lo stato Taiwanese ha rilasciato il numero esatto delle vittime. Il numero 228 (28 di febbraio) sarà per sempre un numero maledetto e doloroso per la storia dell’isola.

Nel 1949 Chian Kai-Shek dopo aver stabilito la capitale del suo stato a Nanjing, volò nell’isola di Taipei e quivi fondò la Repubblica Cinese (non popolare come quella del Mainland) che tutt’ora persiste. Dal 1947 si stabilì un periodo che venne denominato “terrore bianco”, vigeva la legge marziale e i militari pattugliavano costantemente le città alla disperata ricerca di “rossi, comunisti” da fucilare. In questo periodo Taiwan veniva considerata come un territorio “provvisorio” perché la vera volontà di Chiang-Kai Shek era quella di riconquistare TUTTA la Cina. Dal 1970 a seguito dell’impossibilità del sogno della riconquista Taiwan inizia a consolidare le proprie risorse, battendo la grande Cina nell’ascesa del mercato dell’elettronica (Asus, HTC e Acer sono marche Taiwanesi), crescendo sempre di più fino al 2004 quando a Taipei si costruisce il Taipei 101 che rimase per 5 anni il grattacielo più alto del mondo.

Non possedendo ancora una carta di credito funzionante (dovrebbe arrivare a metà aprile…dovrebbe) non avevo la possibilità di prenotare un hotel a Taipei e quindi abbiamo scelto per una sistemazione estremamente economica in un ostello backpack. Non sempre, ma la maggior parte delle volte queste sistemazioni sono ripostigli o verande, esposte alle intemperie, con blatte incluse: dopo una notte insonne siam fuggiti verso un hotel forse anche troppo costoso per i miei standard (ma era doveroso il cambiamento repentino).

Malgrado anche a Taiwan si utilizzi la scrittura tradizionale cinese (come ad Hong Kong e a Macao) la translitterazione fonetica non avviene secondo i caratteri latini, come il pin yin 汉语拼音 in Cina, ma secondo un sistema di segni chiamato Bopomofoㄅㄆㄇㄈo Zhùyīn fúhào注音符号.

Questo si sistema sembra essere un compromesso tra la scrittura sillabica giapponese Katakana カタカナ e i caratteri cinesi. Il nome deriva appunto dalle prime tre sillabe del sillabario bo (), po (), mo () e fo ()

Ecco un esempio: La stessa frase

“Il fiume Giallo scorre verso il mare” in italiano

黃河入海流 in caratteri cinesi o Hanzi

huáng hé rù hǎi liú in pin yin o romanizzazione cinese (la pronuncia degli hanzi con i toni)

ㄏㄨㄤˊ ㄏㄜˊ ㄖㄨˋ ㄏㄞˇ ㄌ一ㄡˊ translitterazione in simboli Bopomofo Taiwanesi.

Alla prossima!

Galleria fotografica

per chi fosse interessato allego il sistema Bopomofo tratto da Wikipedia

zhǔyīn

pīnyīn

IPA

zhǔyīn

pīnyīn

IPA

zhǔyīn

pīnyīn

IPA

zhǔyīn

pīnyīn

IPA

Consonanti   (o 聲母 shēngmǔ)

b

p

m

m

f

f

d

t

n

n

l

l

g

k

h

x

j

ʥ̥

q

ʨʰ

x

ɕ

y

j

zh

ɖʐ̥

ch

ʈʂʰ

sh

ʂ

r

ʐ

z

ʣ̥

c

ʦʰ

s

s

w

w

Vocali   (o 韻母 yùnmǔ)

a

a

o

o

e

ɤ

ê

ɛ

ai

ai

ei

ei

ao

aʊ

ou

ou

an

an

en

ǝn

ang

ɑŋ

eng

ǝŋ

ü

y

i

i

u

u

er

ɚ

Toni   (o 聲調 shēngdiào)

1   : nessuno

ˉ

2   : ˊ

ˊ

3   : ˇ

ˇ

4   : ˋ

ˋ


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