Cebu-Bohol 16-17-18-19-20-21-22/II/2015

宿雾/保和省 2015年2月16-17-18-19-20-21-22日

Cebu-Bohol '15 (30)

春节到,向你问个好,身体倍健康,心情特别好;好运天天交,口味顿顿妙。最后祝您及您的家人:羊年好运挡不住,羊年财源滚滚来!祝愿你!新年快乐!

Per questo Festival di Primavera vi auguro una buona salute , un corpo sano, felicità, fortuna ogni giorno. A voi e alla vostra famiglia faccio tanti auguri per questo nuovo anno della Capra e che questo possa portarvi prosperità e denaro!!Felice Anno Nuovo!!

Si sono appena finite ufficialmente le vacanze cinesi con la festa del 元宵节 ovvero la “Festa delle lanterne” yuánxiāojié (che viene riconosciuta un po’ come il nostro san Valentino occidentale) quando è d’obbligo e di buon auspicio mangiare i famosi 汤圆 tāngyuán, polpette di riso glutinoso con all’interno diverse farciture come sesamo o arachidi tritati. Per l’esattezza la festività cade il quindicesimo giorno del primo mese dell’anno lunare e decreta l’ultimo giorno delle celebrazioni del nuovo anno cinese .Per i cinesi, la lanterna viene considerata, in base alle loro credenze popolari, il primo pallone ad aria calda che si presume sia stato inventato dal pensatore e stratega militare Zhūgě Liàng 諸葛亮 ed è per questo che in occasione di questa festività nelle città vengono lasciate volare numerose mini-mongolfiere di carta con all’interno una candela accesa, purtroppo il governo cinese ha decretato che per le città come Shenzhen questa pratica non era più legale per via della sicurezza dei numerosi grattacieli…

Anche quest’anno accolgo il nuovo anno cinese nelle splendide Filippine; quest’anno la destinazione principale sono le isole di Cebu e Bohol, situate nello splendido arcipelago delle Visaya. Storicamente è proprio qui che sono sbarcati gli iberici nella prima metà del 1500 con Legazpi. Per questo nuovo anno ho l’onore di essere accompagnato anche da una straordinaria compagna di viaggio: mia mamma  Angela che per l’occasione ha lasciato le nevi a bassa quota italiane per raggiungermi a Hong Kong e da lì volare assieme verso questo paradiso chiamato Filippine centrali. La time-table di mia mamma è abbastanza serrata, appena tornati dalle Filippine, nello stesso giorno dovrà prendere un aereo con destinazione Doha,Qatar e dopo aver festeggiato li il sesto compleanno del mio nipotino Vittorio, passerà 4 giorni alle Maldive con la famiglia… il giro di mezzo mondo in meno di un mese 😉

Ho voluto preparare un viaggio speciale per mia mamma e per regalare a me stesso il mare che tanto mi manca da più di un anno. La mia idea era una settima di puro relax, spiaggia bianca, mare cristallino, piscina e tanti momenti da dedicarci vicendevolmente: in realtà l’isola di Cebu ci ha regalato inaspettatamente momenti di adrenalina pura, commuovendoci, spaventandoci e attraendoci allo stesso modo. Come il vento che da queste parti ora soffia leggera brezza di mare e un minuto dopo spinge violentemente nuvole nere come la pece e pioggia fine ma inesorabile, così questo mondo è capace di affascinare ed attrarre come una calamita tutti i sensi in una spirale di emozioni che altalenano tra il troppo bello e il troppo brutto. Non ho voluto optare per Boracay (dove comunque prima o poi andrò) ma ho scelto Cebu perché secondo me è il comune denominatore tra la chiassosa e tipica Manila, e la pacifica e assolata Palawan, El Nido.

Il dialetto che si parla da queste parti, il cosiddetto Cebuano ha una diretta corrispondenza con lo spagnolo e addirittura, per note ragioni storiche, molti vocaboli in comune.

I numeri 1-10 in Tagalog (lingua ufficiale filippina) si dicono:

Wala, Isa, Dalawa, Tatlo, Apat, Lima, Anim, Pito, Walo, Siyam, Sampu

Ma in Cebuano, con la palese derivazione ispanica, questi diventano:

Sero, Piso, Dos, Tres, Kwatro, Singko, Sais, Syete, Otso, Noybe, Diyes

Questa parte dell’Asia ribolle di sangue latino e i filippini a mio avviso sono degli asiatici con delle caratteristiche abbastanza peculiari: appassionati e accoglienti come la gente del Sudamerica, riservati e orgogliosi della propria cultura come solo gli orientali sanno essere.

Solitamente non sono solito alloggiare in Hotel lussuosi ma questa volta ho optato per un quattro stelle vista mare e piscine per dare il massimo della comodità a mia madre e debbo dire che è stata una scelta abbastanza buona: l’hotel era situato nella piccola isola attigua chiamata Lapu-Lapu o Mactan, dove risiedono i principali complessi alberghieri e dove si estende anche l’aeroporto. Arrivare all’hotel in taxi è stato abbastanza uno shock perché abbiamo attraversato una vera e propria bidonville con bambini nudi che giocavano a tirarsi del fango, capre al pascolo tra gente che sonnecchiava all’ombra di lamiera maldisposte, case dai muri di cartone e falò organizzati in bidoni metallici per preparare degli snack per la vasta comunità. Io ho visto queste realtà più volte nei miei viaggi, soprattutto in Cambogia e in Birmania ma mai mi sarei aspettato che la zona alberghiera sorgesse esattamente alle spalle di questa povertà estrema.

Contrariamente a quanto mi aspettassi nell’intera isola non vi erano delle spiagge vere e proprie, tutta la costa era composta e frastagliata da scogli e rocce e le uniche macchie sabbiose erano offerte dai resort. Un giorno siamo andati allo Shangri-la e sono rimasto veramente sorpreso dalla quantità di pesci coloratissimi che nuotavano nelle acque basse, disseminate di conchiglie e coralli morbidi e mi ha sorpreso anche il prezzo di un espresso di 5 euro… comunque chi mi conosce sa che per me vestiti di marca, telefoni cari, macchine, moto, oro non valgono nulla perché adoro spendere e dilapidare i miei risparmi in VIAGGI, perché le memorie del viaggiatore sono le uniche a non deteriorarsi e morire mai. Una passeggiata per il centro storico di Cebu city è d’obbligo se si passa da queste parti come è impossibile non lasciarsi stordire da una folla dai vestiti coloratissimi, l’odore degli snack che friggono ai lati delle strade, i clacson delle peculiari jeepney e dello “strillone” che appeso fuori dall’abitacolo urlando la destinazione invita la gente a prendere rapidamente posto. Dopo aver scoperto come si realizzano chitarre e mandolini locali nella fabbrica artigianale Alegre e esplorato un inatteso tempio taoista in cima ad una collina ci siamo immersi nel caos cittadino perdendoci nelle strade dello zoccolo duro della città fino a giungere alla basilica del Santo Niño o in lingua cebuana Balaang Bata sa Sugbo. L’edificio è una sarabanda di decorazioni, stucchi bianchi, lampadari scintillanti e legni intarsiati d’oro ma la pare più significativa è la reliquia che gelosamente viene conservata nel deambulatorio alle spalle dell’altare: Probabilmente la più antica immagine religiosa esistente nelle Filippine una statua raffigurante il bambino Gesù donata come regalo di battesimo, nel 1521, dall’esploratore Ferdinando Magellano alla Regina di Cebu all’epoca della esplorazione del navigatore portoghese in quelle terre. Come per Manila il Forte Santiago, anche il Forte San Pedro rappresenta una delle principali attrazioni turistiche della città di Sugbo, Cebù in cebuano: una mostra organizzata in maniera un po’ fatiscente ma interessante tuttavia credo che una passeggiata lungo tutto il perimetro dei muraglioni all’ombra dei numerosi alberi del Pane (Artocarpus altilis Il nome Artocarpus deriva dal greco artos ( = pane) e karpos ( = frutto) e fa riferimento al gusto dei frutti dopo la cottura. L’antico nome con cui veniva chiamato il frutto in sanscrito era “panasa”, da cui deriva l’ italiano panassa, con cui ci si riferisce a tutti i frutti delle varie specie diArtocarpus) sia di gran lunga più interessante. L’isola di Lapu-Lapu, è collegata a l’isola di Cebù tramite due ponti principali il Marcelo Fernan e il Mactan, il primo la collega a Cebù City, l’altro la collega a Mandaue (città in via di sviluppo attigua alla vibrante metropoli).

Come per Palawan anche il molo attiguo al nostro hotel organizzava dei tour in barca, i famosi Island Hopping Tour ed io non ho resistito dal regalare a mia madre questa splendida esperienza. Le imbarcazioni tipiche filippine a me tanto ricordano degli insetti enormi che scivolando sul pelo dell’acqua e noi ne avevamo una solo per noi lunga 5 metri e larga 3. Con la brezza del mare tra i capelli siamo arrivati fino alla barriera corallina di fronte all’isolotto di Sulpa e da lì una canoa ci è venuta a prendere perché la barca avrebbe rischiato di danneggiare i coralli. Siamo giunti in una spiaggia vergine, un’isola disabitata dalle acque cristalline, piene di pesci colorati, stelle marine e conchiglie grandi. Le foto che ho scattato a mia mamma in quell’isola sono tra le più belle di tutto il viaggio e ancor più appagante è stato l’essere completamente soli. Siamo poi andati in barca al famoso Fish sanctuary dell’isola di Olango e lì per la prima volta mia mamma ha indossato una maschera subacquea e fatto snorkeling tra centinaia di pesci colorati attratti dalle briciole di pane che l’equipaggio spargeva sul pelo dell’acqua: è stata una emozione forte che difficilmente verrà smarrita nei ricordi. Forse dobbiamo ringraziare il vento forte che ci ha costretti a rientrare due ore prima della fine del tour: malgrado le numerose applicazioni di crema protettiva 30 per bambini e resistente all’acqua, entrambi eravamo di un colore rosso gambero, un bagno nella piscina dell’hotel era quello che faceva per noi. Non siamo stati soli durante il viaggio ma abbiamo avuto la compagnia di Adriana, mia carissima amica e ormai storica compagna di viaggio. Lei in spagnolo, mia madre in italiana ed io completamente colpito dal fatto che entrambe potessero comunicare abbastanza bene. Suddivido l’articolo in due parti perché ho ancora tanto da raccontare delle avventure del viaggio…

A breve il seguito…

un Saluto a tutti e ancora felice anno della capra!

Galleria fotografica relativa


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