Tōkyō 4-5-6-7/XII/2015
东京2015年12月4-5-6-7日
Quale migliore occasione per visitare il Giappone per la seconda volta se non per passarvi il compleanno?
Così il 4 dicembre armati di fotocamera, curiosità e vestiti caldi io e Matthew siamo partiti alla volta di Tokyo.
Nell’ormai lontano ottobre 2014 sono andato all’esplorazione del Kansai, visitando le affascinanti Kyoto e Osaka, la mia prima volta in terra Nipponica. Sono innumerevoli le volte in cui il mio cervello ha confuso la pronuncia di Kyoto e Tokyo; tantissime le volte che ricordo di aver affermato di essere stato a “Tokyo” pensando chiaramente a “Kyoto”. Confusione mentale, inghippo fonetico o semplicemente tanta voglia e curiosità di conoscere quella grande metropoli? Non so darmi una risposta diretta, posso solamente affermare che da ora non è più una bugia dire che finalmente sono stato a Tokyo.
Sono numerose le cose da vedere, i quartieri da esplorare, le escursioni da organizzare e le prelibatezze da gustare quindi ci siamo dovuti organizzare il lungo weekend che avevamo al meglio delle nostre possibilità. Quindi non escludo altri viaggi con destinazione Tokyo a breve.
Mi sarebbe piaciuto ancora una volta alloggiare in un ryookan tradizionale ma i prezzi di Tokyo sono sicuramente molto più alti di quelli di Kyoto anche se personalmente me li aspettavo più cari. Paragono tutto con la città in cui vivo e purtroppo Shenzhen, la città in cui vivo, anno dopo anno diventa sempre più cara; i prezzi degli affitti lievitano a seconda del mercato e per questo nessun contratto d’affitto supera l’anno di durata (non conviene agli avidi proprietari di casa firmare contratti bloccati per un lungo periodo) e anche il valore delle cose di uso quotidiano sta cambiando notevolmente da quattro anni a questa parte. Per l’hotel abbiamo scelto la zona satellite di Ikebukuro 池袋 nella quartiere di Tokyo denominato Toshima 豊島区.Ammetto di non essere stato mai un fan accanito della cultura Manga (fumetti nipponici) ma grazie alla mia storica amica Elettra ho conosciuto abbastanza di questo mondo per trovare molte similitudini tra la zona del nostro hotel e le ambientazioni popolari dei fumetti: Le strade strette, poche macchine, alti lampioni, ristoranti e case da tè con le tendine di ingresso, porte scorrevoli, fili elettrici e tante pubblicità e neon. Quella zona aveva la stessa indole della Parigina Mont Martre, di giorno tranquilla e assolata, di notte vibrante di locali notturni, birrerie e ambigui servizi di massaggi offerti da ragazze vestite come studentesse, o forse studentesse vere e proprie.
Non è affatto un problema vivere fuori dal centro baricentrico della città in quanto nel sottosuolo di Tokyo, e non solo, circolano 13 linee metro e numerose altre compagnie di trasporti pubblici che muovono giornalmente quasi 7 milioni di persone. Ci siamo più volte persi nei meandri dei corridoi metro perché ogni linea di trasporto pubblico possiede un biglietto specifico che è possibile acquistare solo al lato dell’entrata metro. Mentre per le macchine di vendita dei biglietti c’era la possibilità di selezionare la lingua inglese, per i grandi cartelli di schematizzazione del percorso e per le varie mappe la lingua utilizzata era solo il giapponese e ciò rendeva le cose molto più complesse anche per me che ho alle spalle quasi due anni di studi nipponici.
Interessante sottolineare come la metropolitana di una città che non dorme mai come Tokyo sia quasi sempre attiva e chiude solamente per poche ore, dalle 12 alle 4 e addirittura nelle ore più tarde due vagoni vengono riservati solamente a donne e bambini, per limitare le violenze e le aggressioni.
Nei corridoi sotterranei che conducono alle varie entrate metro è un pullulare di ristoranti di ogni cucina, food courts con qualsiasi genere di Sushi すし e Tempura 天ぷら.Lateralmente ogni tanto delle porte scorrevoli con un sistema a pagamento conducono alle fantomatiche toilette nipponiche, a cinque stelle con tavolette vibranti, riscaldate, getti di acqua con temperatura graduabile, aria calda per garantire l’asciutto, musica classica per i ovattare rumori molesti e emanazioni di lievi fragranze per annichilire qualsiasi odore; è normale dilatare di molto il tempo delle urgenze fisiche quando si ha un servizio del genere.
Purtroppo stando alle prese così intensamente con il cinese, per quasi 5 anni ho tralasciato lo studio della lingua Giapponese e anche se riesco ancora tranquillamente a leggere e scrivere Hiragana ひらがなe Katakana カタカナ (sillabari della scrittura) non conosco quasi nessuna pronuncia dei Kanji 漢字 (indeogrammi giapponesi provenienti dal cinese classico).
Fortunatamente il freddo non era insopportabile e fortunatamente tutti i giorni tranne l’ultimo sono stati caratterizzati da una splendida luce solare. Vedere quell’azzurro intenso in un periodo in cui il cielo cinese è ovattato dalle nubi è un sollievo non da poco. Tokyo non è solo modernità, eccentricità e tradizione ma è anche una sarabanda di colori naturali: specialmente nella zona del palazzo imperiale, lungo la famosa Hibiya Dori (ascoltata innumerevoli volte nel corso Pimsleur di Giapponese come: 日比谷通りはどこですか?”dove si trova Hibiya street”?).
I colori della natura che in questo periodo dell’anno si preparano al duro inverno e si colorano di giallo, ocra e vermiglio. All’ingresso dei Giardini del Palazzo Imperiale 皇居 della dinastia Edo, dopo aver affrontato una lunga fila per entrare un cartello informa i turisti che è vietato utilizzare l’ormai noto Selfie-Stick per questioni di sicurezza. Numerosi incidenti in tutte le parti del mondo hanno portato il super venduto bastone per gli autoscatti con il telefono nel libro nero degli oggetti proibiti, soprattutto nei luoghi affollati e turistici: troppe distrazioni, persone sbadate, incidenti evitabili e armi improvvisate. Niente selfie quindi ma tante sono le foto che la mia Canon ha scattato durante la piacevole passeggiata per i giardini; indescrivibile la gamma di tonalità di un solo albero che contrastava, nel ritratto da me scattato, con il grigio malva delle mura ciclopiche di sfondo e baciate dall’intensa luce solare. Indimenticabile anche il giardino zen prossimo al lago, le cui acque intente a riflettere come uno specchio le tonalità della natura erano increspate da numerosi corvi che placidamente si bagnavano il piumaggio in maniera goffa.
Asakusa 浅草 è senza dubbio alcuno, una delle zone più interessanti i Tokyo. La valenza culturale è arricchita dal maestoso tempio Senso-ji金龍山浅草寺 Kinryū-zan Sensō-ji datato 1700 che rappresenta uno dei pochi superstiti dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. Una affollata e profumata strada commerciale, la Nakamise-dōri 仲見世通り,porta lentamente al tempio. Dolci a forma di pesce ripieni di crema ai fagioli rossi, gelati al gusto matcha (tè verde), gelatine di frutta e dolci fritti sfiziosi sono i protagonisti della passeggiata culinaria di 90 negozi diretta al luogo sacro.
Poco dopo entrati nell’are sacra è tradizione scoprire il proprio futuro e la propria fortuna con il sistema del Omikuji おみくじ: offrendo una moneta da 100 yen si può prendere il cilindro a base esagonale in acciaio e far uscire dal piccolo foro un a bacchetta lignea con un determinato numero scritto in caratteri che ha diritto ad aprire un solo cassetto nella grande parete frontale. Il biglietto è in doppia lingua, per dare la possibilità a chiunque di farsi leggere il futuro e viene redatto secondo i vari ambiti della vita dell’uomo come Amore, fortuna, denaro, opportunità… La traduzione letterale di Omikuji è proprio “lotteria sacra” perché praticamente decreta il livello di fortuna-sfortuna suddividendolo in gradi: Grande benedizione (dai-kichi, 大吉), Media benedizione (chū-kichi, 中吉), Piccola benedizione (shō-kichi, 小吉), Benedizione (kichi, 吉), Mezza-benedizione (han-kichi, 半吉), Quasi-benedizione (sue-kichi, 末吉), Quasi-piccola-benedizione (sue-shō-kichi, 末小吉), Maledizione (kyō, 凶), Piccola-maledizione (shō-kyō, 小凶), Mezza-maledizione (han-kyō, 半凶), Quasi-maledizione (sue-kyō, 末凶), Grande maledizione (dai-kyō, 大凶). Quando la predizione è cattiva è consuetudine annodare il foglietto di carta ed attaccarlo ad un pino nel territorio del tempio. La motivazione addotta per questa consuetudine è un gioco di parole sulla parola “pino” ((松 matsu) ed il verbo “attendere” (待つ matsu). Oltre ai turisti vi erano molte persone in abiti tradizionali e zoccoli lignei e soprattutto molte ragazze sfoggianti kimoni sgargianti e acconciature impomatate; come nel caso di Kyoto anche qui molte ragazze turiste (in maggioranza cinesi) si improvvisano geishe e noleggiano abiti tradizionali a caro prezzo pur di provare l’emozione di girare in città mascherate ed essere costantemente fotografate.
La passeggiata che collega il tempio alla nota torre Tokyo Skytree è davvero rilassante specialmente se la si percorre durante il tramonto, quando il sole rossastro si specchia sulle acque del fiume Sumida. Passando di fronte ad un tempio una giovane coppia voleva insistentemente convertirci al Buddhismo, offrendoci un tour gratuito del tempio, degli opuscoli e molte spiegazioni e purtroppo non siamo riusciti a liberarci in tempo per arrivare alla torre quando ancora il sole stava tramontando. La Tokyo Skytree東京スカイツリー Tōkyō Sukaitsurī , più alta della torre di Guangzhou e terza più alta al mondo vanta un design caratteristico e futuristico che la inseriscono in maniera perfetta nello skyline variegato della megalopoli nipponica. Purtroppo il biglietto per salirvi era abbastanza caro e la vista, passato il tramonto, non era più ideale ma comunque avere la possibilità anche solo di vederla dal basso merita una visita.
Già ho avuto modo di parlare delle Onsen e dei Sento (bagni pubblici giapponesi), con le piscine calde, a un grado celsius, colorate da minerali e con delle scosse elettriche. Ovviamente anche questa volta non ho potuto non andare a rilassarmi in un centro termale anche se situato in piena città (tutti i centri Onsen risiedono nelle montagne fuori Tokyo, verso il monte Fuji).
La fortuna ha voluto che siamo riusciti a vedere degli sposi nipponici in vestiti tradizionali poco fuori da un tempio shintoista nella zona di Kakurazaka 神楽坂. Tutti gli invitati erano molto eleganti e c’era chi indossava kimoni tradizionali e chi aveva degli occidentalissimi completi. Il tempio era una struttura moderna e caratterizzata dallo stile minimalista e in basso sulla sinistra aveva anche un piccolo sacello, un altare dedicato alle divinità Volpi con tanto di Torii 鳥居rosso scarlatto che tanto mi hanno riportato alla mente la splendida montagna di Inari-fushimi伏見稲荷大社.In tutta l’area venivano diffuse attraverso altoparlanti su pali delle musiche francesi che rendevano alquanto irreale e dis-ubicata l’atmosfera cittadina. Un caratteristico ristorante con tanto di banco per la vendita della frutta e verdura all’esterno ci ha deliziato con un caratteristico Okonomiyaki お好み焼き che letteralmente vuol dire “cio che vuoi, alla piastra”. Questa prelibata pietanza ricorda un Pancake americano ed è tipica della regione del Kansai.
La zona di Roppongi Hill 六本木ヒルズ è uno dei più grandi complessi urbani di tutto il Giappone ed è anche sede di un’opera architettonica che ci tenevo assolutamente a visitare: Centro Nazionale d’Arte di Tokyo 国立新美術館 dell’architetto giapponese Kisho Kurokawa dall’interessante trattamento esterno composto da pannelli solari orientati secondo le rotondità e i movimenti fluidi della facciata esterna. Anche l’interno è suggestivo con giganti opere della scultrice Niki de Saint Phalle appese a soffitto, la presenza di imponenti coni rovesciati di puro cemento armato e il bianco delle pareti mi hanno ricordato la visita al Guggenheim di Bilbao. La vista di un placido Led Zeppelin nel color malva del cielo prossimo all’imbrunire ci accompagna alla scoperta del vibrante quartiere di Shinjuku 新宿区 ora molto popolare per giovani, amanti della street art e del rock anni 50: infatti non è difficile imbattersi in giapponesi rockabilly che sembrano appena usciti dal cast di Grease intenti a ballare energicamente canzoni di altre epoche, a torso nudo o indossando appena una giacca di jeans immuni completamente al freddo pungente della notte. Intravedendo la Tokyo Tower di Ginza, Proprio difronte allo Yoyogi National Stadium 国立代々木競技場, celebre opera dell’architetto Kenzo Tange, migliaia di giovani erano accorsi per un concerto di musica manga-pop giapponese Zokin Yaro Boroboro Ichiban Boshi : dappertutto era possibile ascoltare brani di questa band di musica Manga che a quanto pare spopola tra gli adolescenti. Un’affollata passeggiata ci porta da Shinjuku al noto quartiere di Shibuya 渋谷区 molto famoso per la vita notturna, i ristoranti ma soprattutto per il celeberrimo Shibuya Scramble, ovvero l’attraversamento pedonale più massivo al mondo, una media di 1000 persone che ogni 15 minuti attraversa in tutte le direzioni. Ho registrato un video da due diversi punti di vista, il primo dallo Starbucks situato nel secondo piano del mall e l’altro proprio attraversando questo mastodontico intreccio di persone, colori ed eccentricità. Oltre a gustare un ottimo Katsudon カツ丼 (cotoletta di maiale impanata e fritta con uova sbattute e crude che si cuociono con il calore del piatto e condimenti vari, il tutto su un plateau di riso caldo) ho avuto anche la possibilità di comprare le mie prime Doctor Martiens cerate nere, pesanti anfibi ottimi per i climi piovosi invernali di Shenzhen.
Con un ultimo brindisi con Gin ghiacciato e succo di prugna festeggiamo il viaggio in Giappone e la mia entrata ufficiale nei 29 anni.
Tokyo ci sono innumerevoli cose che ancora non so di te, ci rivedremo presto e molte altre volte spero e intanto godendomi gli ultimi giorni del mio soggiorno a Roma con la mia famiglia mi preparo per le imminenti avventure Thailandesi e Sudafricane.
A presto, alla nuova avventura, ancora buon anno nuovo!