Nella mia mente c’è solo uno stormo di corvi che chiassoso banchetta con le molli carni decomposte d’un amore.
Hai aperto il tuo cuore al mio vento distruttivo e con la perizia d’un chirurgo ho operato tumori rovesci.
Tu non leggerai mai più la mia anima tra le righe bastarde d’una confessione vigliacca e maleodorante.
Mi sto allontanando da te per vedere miraggi scomposti quei piccoli momenti di dolcezza che ti donavo
La nonchalance del boia mentre apatico lega al collo il cappio e bagnandosi con la lingua il labbro superiore apre la botola dell’epilogo.
Mi sento spettatore muto di una tragedia senza trucco né copione, vedendomi dall’esterno in terza persona ogni volta rinascendo da una nuova tristezza.
Mi sto allontanando da te ma il mio dirti “addio” implica un “arrivederci”
Ed il mio amarti implica un abbandonarti.
Devo finirla di definirmi veleno
Tossina infetta di me stesso
Evolutasi in metastasi collosa
Tra le parete umide del cuore.
Scopri i tuoi sentimenti io ed ti aspetterò fin quando potrò
E così scomparve nella pioggia anche il tuo riflesso scomposto in schegge rapide fracassatesi al suolo
Con la rapidità d’un battito di ciglia.
Ingenuo arrancavo nelle mie peripezie mentali trovando muri in alzato eretti come cattedrali gotiche
Quasi speravo di averti lasciato andare per l’ultima volta mano nella mano col mio desiderarti
Mi sono allontanato credendo di soffocare il tuo amore con una lettera maledetta dalle parole taglienti ancor più della lama di un rasoio
Eri tu quel tasto dolente
Qui piove ancora
Qui piove spesso.
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