上海2018年7月19日

Shanghai 19-7-2018

 

WeChat Image_20180719174605

Il calendario mi suggerisce che sono ormai 5 mesi che abito in questa meravigliosa città chiamata Shanghai. La prima volta che vi ho messo piede come residente ho avuto una strana sensazione e mi è sembrata molto grigia e ostile: tutti gli alberi erano spogli e il cielo era perennemente plumbeo. L’estate trasforma Shanghai in un giardino fiorito, un complesso organismo con arterie verdi che si irradiano a perdita d’occhio, cielo azzurro intenso e sole cocente. La Concessione francese offre bellissimi scorci  pittoreschi sentieri, coronati da edifici storici, facciate di vetro e acciaio scintillante, portali dal sapore coloniale e terrazze dall’aspetto Sturm und Drang. L’estate di Shanghai è magica, attraente e ricca di novità.

LINK+ Architects è stato lo studio dove ho lavorato attivamente e con creatività per 4 mesi, dove ho avuto la possibilità di conoscere e collaborare con la star hollywoodiana Jackie Chan 成龙, per il quale ho disegnato e progettato un’intera isola nel nord della Cina per ospitare attività culturali e di salvaguardia del patrimonio culturale. LINK+ Architects è stato il mio primo contatto lavorativo qui in città e l’ho selezionato tra le altre offerte per l’ambiente e le persone che vi lavorano. Tuttavia, ho deciso di lasciarlo e di rimettermi in gioco nella ricerca di un nuovo impiego. I motivi del mio abbandono sono diversi e forse si possono sintetizzare utilizzando i seguenti punti: 1) Troppi lavori di architettura degli interni (che sfiora la “decorazione” degli interni), 2) Ad esclusione del progetto di Jackie Chan, non ho avuto in carico nessun altro progetto architettonico, 3) Frizione con colleghi e capo, 4) Troppa tensione nel luogo di lavoro che sfocia in ansia e malcontento.
E’ probabile che dopo 7 anni io sia diventato meno tollerante con la gestione “cinese” di lavorare e di organizzare il lavoro d’ufficio. Vorrei poter sperimentare cosa vuol dire avere un capo non proveniente dalla Terra di Mezzo, con uno stile di lavorare più aperto alle innovazioni, tollerante e in generale più professionale. Sono stanco della logica del 差不多 (tradotto letteralmente “più o meno va bene”), di essere ritenuto “speciale” perchè smetto di lavorare alle 18.30 (orario in cui teoricamente si dovrebbe andare a casa a riposare) e non rimango in ufficio ad oltranza. Sono stanco di organizzare sempre il lavoro in maniera professionale e creativa e non essere mai incoraggiato ma addirittura vengo criticato perchè non lavoro come la maggior parte delle persone qui in Cina.
Io adoro la Cina e mi sento molto privilegiato a vivere da queste parti e poter conoscere questa magnifica cultura. Ho amato Shenzhen e sto scoprendo piacevolmente Shanghai, ma non ho nessuna intenzione di mettere qui radici e mai mi abituerò alla cultura diaria lavorativa che caratterizza la maggior parte delle imprese qui in Cina.

Dopo essermi sottoposto per ben due volte alle grinfie dell’esame IELTS (The International English Language Testing System) senza otternere il risultato desiderato per colpa del mio “writing”, frustrandomi consequentemente per non riuscire a migliorare quel 6 su 9 che mi abbassava drasticamente la media, probabilmente dovuto alla mia calligrafia da medico e al fatto che non stavo scrivendo come loro volevano, mi sono finalmente deciso a sperimentare un altro metodo di esame per la certificazione della lingua Inglese. Malgrado aver ottenuto un IELTS di media 7.5 su 9, ovvero un livello C1 di padronanza della lingua, il fatto di aver ottenuto un 6 nello scritto mi annulla inesorabilmente i brillanti 8 al listening, 7.5 al reading e 7.5 allo speaking…
Insieme a Matthew ho cercato a lungo su internet delle spiegazioni sui voti bassi allo scritto e sono riuscito ad avere solo commenti pungenti di come la parte scritta dell’IELTS sia corretta “all’antica” da persone reali e quindi il suo giudizio è puramente soggettivo e assolutamente non imparziale; c’è chi afferma di essere sicuro che quello di dare uno score basso ad una delle 4 prove è una mera strategia di marketing per “incentivare” gli esaminandi a provare e riprovare gonfiando i portafogli del British Council e giocando sulle frustrazioni delle persone.
Consiglio vivamente di lasciare perdere il British Council e di considerare invece l’idea di prepare il PTE, Pearson Test of English che a mio avviso risulta più fattibile e meno macchinoso. Ci sono innumerevoli video online che paragonano i due esami di certificazione di lingua e non mi dilungherò a descriverne le differenze. Posso dire che l’IELTS non garantisce affatto di finire l’esame in giornata e infatti hanno una regola assurda che il giorno dell’orale viene solo comunicato una settimana prima dell’appuntamento d’esame e che può avvenire indistintamente una settimana prima o una settimana dopo…praticamente bisogna dedicare 2 settimane intere a questo esame che non può assolutamente essere spostato o riprogrammato. Per ottenere i risultati dell’IELTS è necessario aspettare quasi un mese e la parte scritta è da fare interamente a mano A MATITA.

Il PTE invece si fa in massimo 3 ore e mezzo, con un computer in uno dei numerosissimi centri presenti in moltissime città del mondo, la parte scritta è tutta da battere al computer, per lo speaking si parla direttamente al microfono adiacente le cuffie, viene corretto ed esaminato interamente seguendo un algoritmo dal computer stesso e garantisce la pubblicazione dei risultati massimo 4 giorni dopo la data dell’esame.
Anche essendo madre lingua è possibile fallire in questo esame se non si ha la preparazione adeguata e quindi ho deciso di seguire i metodi e le strategie spiegate nel sito internet e2language.com. Dopo due mesi di assidua preparazione ho finalmente ottenuto il risultato sperato: mi sono sottoposto all’esame PTE il giorno 17 e esattamente il 18 mi è arrivata un’email annunciandomi che i voti erano già pronti.

Sono orgoglioso di dire che ufficialmente ho la possibilità di continuare la mia application per il visto Australiano perchè, grazie a questo esame, otterrò 10 punti in più. Arrivo a 65 per il applicare in tutta l’Australia e a 70 se decido di applicare solo per uno stato in particolare. L’Australia è sempre più vicina e sono sicuro che ce la faremo ad andarci in meno di un anno.

Le mie lezioni di Mandarino business con Audrey proseguono a gonfie vele e mi sto sempre di più abituando a parlare cinese in una maniera più elegante e formale. Sono già due mesi che Jonatan, un architetto e docente brasiliano, mi aiuta ad essere più fluente in portoghese, in delle classi Tandem dove pratichiamo due lingue in un’ora e mezzo, Italiano e Portoghese.
Più o meno sei mesi orsono mi era venuta voglia di imparare la scrittura araba e quindi ho cominciato a seguire audiocorsi e ad esplorare questo misterioso mondo. Esattamente tra 30 minuti avrò la mia prima lezione di Arabo…anche questo uno scambio tandem, dove io insegnerò Mandarino ad una ragazza egiziana e lei mi svelerà i segreti della sua affascinante lingua. Chissà che sia l’inizio di una nuova passione linguistica.

Tante cose da raccontare e tanto da fermare nella memoria.
Prossimamente gli altri aggiornamenti.